20060923-BERGHELLA

Riccardo Berghella, intervista in apnea

20060923-BERGHELLAErri De Luca ha scritto: “ I GESTI DEL NUOTO SONO I PIU’ SIMILI AL VOLO. IL MARE DA’ ALLE BRACCIA QUELLO CHE L’ARIA OFFRE ALLE ALI, IL NUOTATORE GALLEGGIA SUGLI ABISSI DEL FONDO”

PRIMO TUFFO IN PISCINA, A QUANTI ANNI?
2 anni e mezzo

A CHE ETA’ HAI INIZIATO A NUOTARE A LIVELLO AGONISTICO?
Quando avevo 5 anni

QUANDO HAI CAPITO CHE IL NUOTO ERA IL TUO SPORT?
Ovviamente quando inizi a nuotare in tenera età non hai una reale cognizione del fatto che fai un determinato sport perché sei portato. Se i risultati positivi arrivano, in un certo senso vai avanti per inerzia e non ti poni nemmeno questa domanda. Ma in effetti, a ben guardare, tutto sommato credo che un individuo possa ritenersi portato allo sport che pratica nel momento in cui inizia ad ottenere ottimi risultati per rapporto ad altri atleti di pari età e/o categoria.

C’E’ CHI PENSA CHE IL NUOTO, PIU’ DI ALTRI SPORT, CREI “DIPENDENZA”…L’ODORE DEL CLORO, LA SENSAZIONE DI LIBERTA’, LA STANCHEZZA EUFORICA DOPO LA FATICA’, E’ COSI’ ANCHE PER TE?
No, in realtà penso che questa “dipendenza” sia un po’ un mito da sfatare..

RISPETTO AD ALTRI PAESI IN ITALIA SCUOLA E SPORT SONO DUE MONDI CHE NON SI PARLANO. PENSI CHE L’IMPEGNO SPORTIVO POSSA ESSERE UN AIUTO AD AFFRONTARE LO STUDIO O E’ SOLO UN OSTACOLO?
L’impegno sportivo può essere un ostacolo allo studio, in termini di capacità di gestione oculata ed efficiente del (poco) tempo a disposizione, ma rappresenta senza dubbio un aiuto ed una risorsa importante per imparare ad affrontare la vita di ogni giorno.

LA CARRIERA DI UN NUOTATORE PUO’ INIZIARE MOLTO PRESTO. CRESCENDO LA VITA CAMBIA E CAMBIANO LE PRIORITA’. C’E’ STATO UN MOMENTO IN CUI HAI PENSATO DI MOLLARE TUTTO? COME LO HAI AFFRONTATO E CHI TI HA AIUTATO?
La vita è fatta di scelte, non è una novità. Quando ho iniziato l’università, ho deciso da solo che avrei dedicato meno tempo all’attività sportiva agonistica perché puntavo, in quel momento, ad altri obiettivi che non erano conciliabili con lo sport praticato a determinati livelli. Io credo che molto dipenda da come ti vuoi vedere nel futuro quindi, ancora una volta, dagli obiettivi che hai.

IL NUOTO E’ UNO SPORT INDIVIDUALE, E’ UNA SFIDA CONTRO I PROPRI LIMITI EPPURE QUANDO SEI SUL BLOCCO DI PARTENZA GLI AVVERSARI SONO TANTI: IL CRONOMETRO, TUTTI GLI ATLETI IN BATTERIA, LE PERSONE CHE TIFANO PER TE, IL TUO ALLENATORE CHE CI CREDE PIU’ DEGLI ALTRI. A COSA PENSI TRENTA SECONDI PRIMA DELLA PARTENZA?
La cosa più difficile è ripulire la mente da tutte le distrazioni esterne, ma se ci riesci, è certo che darai il tuo 100% perché sarai solo te, un tutt’uno con l’acqua.

PER ALCUNI, AD UN CERTO PUNTO, LO SPORT NON E’ PIU’ SOLO UNA PASSIONE MA DIVENTA UNA PROFESSIONE, PENSI CHE I SACRIFICI DI UNO SPORTIVO SIANO SUPERIORI A QUELLI DI QUALSIASI ALTRO PROFESSIONISTA? E LE SODDISFAZIONI?
Penso che ci siano più sacrifici in una professione sportiva, ma non temete, perché tanto è una professione che non dura fino alla pensioneJ..e comunque se hai la passione per quello che fai, non lo consideri mai davvero un lavoro!

RACCONTA: LA GARA CHE NON DIMENTICHERARI MAI
Quando sono arrivato terzo ai campionati italiani giovanili invernali nei 50 DF, è stato un risultato del tutto inaspettato.

LA GARA CHE PROPRIO NON VUOI RICORDARE
Mi spiace, ma quelle che non voglio ricordare le ho già rimosse dalla mente molto tempo fa!

QUELLA VOLTA CHE STAVI CENTRANDO IL TUO OBIETTIVO E INVECE…
Ero a Genova, nella finale degli assoluti, erano i 200 delfino. Quel giorno stetti molto attento alla preparazione della gara e la tensione era alle stelle perché ero a pochi centesimi dalla medaglia d’oro..Quell’anno in squadra andavano di moda le scommesse e se non fossi arrivato almeno sul podio, avrei dovuto indossare un costume ridicolo per 1 mese in allenamento! Forse facevamo queste cose per spronarci, sta di fatto che non potevo perdere assolutamente.. la posta in gioco era troppo alta! Quando mi avviai verso blocco di partenza iniziai a sentire dei dolori lancinanti allo stomaco, quasi non riuscivo a salire sul blocco dal dolore. Cercai di mantenere la calma, mi feci forza e cercai di non pensare al dolore. Scattò il via e diedi tutto me stesso, stavo andando forte, ma anche gli avversari non erano da meno!. Ai 150 metri il dolore diventò insopportabile, ma non potevo fermarmi, ero comunque in seconda posizione e mancava davvero poco per l’oro …iniziai ad urlare, le mie braccia iniziarono ad andare più veloce, poi ancora più veloce finche non iniziarono a frizionarsi col corpo. Ero in prima posizione quando, ad un secondo dal traguardo mi chiesi: “Riccardo, non che stai dormendo nel tuo letto e ti stai sognando tutto?”. E così era. Non ero mai stato alla finale assoluti dei 200 delfino!

LA VITTORIA PIU’ SOFFERTA
Credo sia stata una medaglia d’oro ai Regionali nei 200 Do, quando per 8 vasche ho continuato a vedere con la coda dell’occhio le bracciate dell’avversario alla mia stessa altezza.

L’ALLENAMENTO PRIMA DELLA “GARA DELLA VITA”.
Non ho mai mancato a un allenamento prima di una gara, un momento di scarico e perfetti per fare mente locale, mi ripetevo: “quel che è fatto è fatto!”…erano gli allenamenti che preferivo.

NELLA STESSA BATTERIA CON IL TUO MITO
Mai successo.

DAI UN CONSIGLIO AI TUOI COLLEGHI PIU’ GIOVANI
Cercate sempre di vivere le gare come un momento di divertimento, mai di ansia.

UN ULTIMA DOMANDA: L’ALLENATORE E LA SQUADRA. SENZA DI LORO PROBABILMENTE SARESTI UN ATLETA E UNA PERSONA DIVERSA, PUOI RACCONTARE UN ANEDDOTO PER FAR CAPIRE QUANTO VALORE HANNO O HANNO AVUTO NELLA TUA VITA?
Certo, quando ero piccolo, un compagno di squadra più grande chiamato S. Z. mi ha salvato la vita prendendo il mio posto durante una gara e risparmiandomi così 1.500 m di agonia. Un gesto di vera amicizia e compassione, anche se non sono sicuro che lui la pensi così. J

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